Era il 2012 quando Michela Perotti ed io scrivemmo la prima versione del paper sul monitoraggio dell’esperienza. Mi ricordo quello come un periodo felice: Sketchin stava lentamente imboccando la strada di crescita che ci ha portato dove siamo adesso, avevamo appena cambiato ufficio in uno capace di accoglierci tutti, e cominciavamo a pensare a come razionalizzare il nostro approccio alla progettazione per l’esperienza.
Intanto, dopo lunghe discussioni, eravamo tutti concordi nel dire che l'esperienza non si può progettare perché semplicemente avviene nell’interazione tra le persone e il mondo, e che invece, con maggiore onestà intellettuale e concretezza, dovevamo concentrarci sulla progettazione di prodotti, servizi e sistemi che migliorassero la nostra vita.
Vita ed esperienza sono dopotutto la stessa cosa, la vita porta con sé un buon numero di dimensioni biologiche, l’esperienza ha uno spazio invece tutto interiore (e poi chissà se la divisione tra mente e natura è davvero così rilevante…).
Sta di fatto che sul muro avevamo - e abbiamo tuttora, anche se su un muro diverso da quello - una scritta che recitava “Vogliamo far vivere alle persone esperienze al di sopra delle loro aspettative”. Dall’altra parte, stavamo sviluppando un metodo progettuale tutto concentrato sul tema dell’evoluzione.
Le due cose rendevano necessario un qualche genere di strumento che rendesse possibile valutare la qualità dell’esperienza vissuta dalle persone e, allo stesso tempo, permetterne una valutazione diacronica, quindi ripetuta nel tempo, per sincerarci che la nostra opera di progettisti andasse per davvero nella direzione della promessa sul muro.
È da queste premesse che è nato il Monitoraggio dell’Esperienza: un protocollo per valutare l’esperienza d’uso e di consumo, individuare gli ostacoli e le opportunità e restituire così sia al design che al product management una serie di suggerimenti pratici per la sua evoluzione e per il suo miglioramento.
Dopo quasi dieci anni dalla sua prima pubblicazione, lo strumento - con nostra sorpresa soddisfazione, devo ammettere - rimane valido, certo con qualche necessario aggiustamento, ed è per questo che oggi proponiamo una riedizione riveduta e corretta del paper metodologico che lo descrive.