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Città fuori dagli schermi

In occasione dell’edizione 2024 de il Verde e il Blu Festival, abbiamo partecipato alla tavola rotonda “Smart Urban Spaces”, un dialogo aperto sulle trasformazioni che le città devono affrontare per adattarsi ai bisogni di una popolazione in continua evoluzione. In questo articolo, vogliamo entrare più a fondo nei temi toccati al Festival, raccontando come il design possa trasformare gli spazi urbani in esperienze innovative, sostenibili e centrate sul benessere delle persone.

Giuseppe Guidotti, Alessandro Di Benedetto
Strategy Director - Executive Design Director

31.10.2024 - 8 minuti di lettura

Viviamo in un’epoca di profondi cambiamenti, dove la digitalizzazione e gli effetti di due anni di pandemia hanno ridefinito molte delle nostre abitudini quotidiane. Eppure, nonostante questo inesorabile spostamento verso il virtuale, una tendenza che sembra rimanere immutata è che trascorriamo sempre più tempo negli spazi urbani (l’ONU prevede che entro il 2050 quasi il 68% della popolazione mondiale vivrà in aree urbane, rispetto al 55% attuale). Questa tendenza demografica ci aiuta a comprendere perché ripensare il modo in cui progettiamo e viviamo le città sia oggi più che mai un’urgenza.

Le velocità di trasformazione

Le città sono molto più che semplici agglomerati di edifici e infrastrutture. Sono ecosistemi complessi, dove elementi fisici e umani interagiscono in un delicato equilibrio dinamico. Gli spazi fisici – edifici, piazze, strade – sono, per loro natura, stabili e spesso immutabili per lungo tempo. Una costruzione può durare decenni, persino secoli, mantenendo quasi inalterata la sua forma originaria e la sua funzione. Le persone, invece, sono in continua evoluzione. I loro bisogni, le loro abitudini, e le loro aspettative cambiano a una velocità impressionante, guidati da innovazioni tecnologiche, cambiamenti sociali e nuove tendenze culturali.

Questa differenza di velocità tra la stabilità degli spazi fisici e l'evoluzione rapida dei bisogni delle persone, crea un divario, un “gap” che può trasformarsi in una vera e propria sfida per chi si occupa di progettazione urbana: come possiamo rendere gli spazi urbani più adattabili ai bisogni in continua trasformazione delle persone? Come colmare questa distanza tra ciò che è statico e ciò che è in perenne movimento?

Gli spazi di opportunità sono molti e diversi. La velocità con cui la tecnologia trasforma ed innova i servizi e i prodotti che conosciamo sta abilitando l’esplorazione di campi non ancora battuti. L’intelligenza artificiale, ad esempio, che sta rapidamente cambiando il volto di molte industrie, e abilitando nuove possibilità di relazione uomo‑macchina, macchina‑macchina, se applicata al contesto urbano, può contribuire a trasformare gli spazi fisici in ambienti reattivi, capaci di adattarsi in tempo reale alle esigenze degli utenti. Un aeroporto, una stazione ferroviaria o un centro commerciale potrebbero diventare spazi intelligenti, dove l’esperienza dell’utente è personalizzata e ottimizzata attraverso l’analisi dei dati in tempo reale.

Gli spazi in Italia

In Italia, abbiamo ad esempio tutta una eredità di immobili e spazi, figli del periodo industriale, che oggi sono oggi in cerca di una nuova vita, di una nuova funzione che li renda rilevanti per le comunità contemporanee. Intere aree urbane capaci di cambiare il volto delle città che le ospitano. La riqualificazione di questi luoghi non può limitarsi a una semplice operazione cosmetica urbanistica o commerciale. Deve essere un’opportunità per ripensare il rapporto tra spazio e persone, creando ambienti che rispondano ai bisogni attuali, e allo stesso tempo che siano in grado di adattarsi e crescere con le comunità che li abitano.

Impatti considerati nel Design delle nuove esperienze urbane

Il design come soluzione

Perché un approccio basato sul design è fondamentale per affrontare queste sfide? 
Per la sua capacità di operare in un campo di incertezze e complessità, dove le risposte definitive sono rare e il valore risiede nella ricerca continua e nell’esplorazione delle molteplici dimensioni della realtà.
All’interno di contesti complessi come quelli osservati, il design è un interprete da portare al tavolo per almeno 3 motivi:

Catalizzare: Il Design per sua natura ha la capacità di mettere a sistema tante competenze differenti. Come designer siamo abituati a relazionarci con psicologi, sociologi, architetti, etc. Ragionare in modo chiuso e verticale porta a nascondere il disegno nel suo insieme. Unire i punti è invece una peculiarità del nostro approccio e del nostro metodo, che in un team ibrido fatto di professioni differenti riesce a convogliare tutti gli sforzi verso l’obiettivo unico.

Osservare: Siamo abituati a osservare ciò che ci circonda perché è la base di ogni progetto di design. Dobbiamo conoscere i nostri utilizzatori, le loro abitudini e i loro bisogni espressi e inespressi. Fa parte del nostro metodo comprendere e osservare. Ma non solo. Ricerchiamo trend e segnali che appartengono al mondo politico, tecnologico, sociale. Lo facciamo quotidianamente per riconoscere le tendenze e giocare d’anticipo. La capacità di osservazione messa a sistema con  interpreti,  mestieri ci porta al punto tre, quello fondamentale.

Andare oltre l’utente: In Sketchin vogliamo progettare prodotti / servizi / strategie di innovazione intorno a un nuovo modo di interpretare la creazione di valore, che sia sostenibile per tutti gli attori coinvolti. Per farlo, dobbiamo prevedere gli impatti delle nostre scelte progettuali e di tutti i fattori esterni che non possiamo controllare. Per questo guardiamo alle persone non solo come individui, ma come entità complesse, caratterizzate da un contesto più ampio, definito dal loro ambiente, dalle loro relazioni, dai loro costumi, dai gruppi sociali di cui fanno e non fanno parte e dal periodo storico nel quale si trovano. Ne abbiamo parlato approfonditamente in questo articolo.

Parliamo di design universale perché capace di abbracciare i bisogni di un ecosistema scandito da interpreti con obiettivi diversi, che devono potersi soddisfare vicendevolmente costruendo l’equilibrio di cui sopra. Abbiamo scandito la relazione con i diversi interpreti in quattro fasi metodologiche:

Un nuovo linguaggio

Non è però sufficiente portare al tavolo l’esperienza dei designer e dei progettisti accumulata in questi anni. È fondamentale porsi in un nuovo modo di vedere le cose, comprendere come l’approccio proposto cambia e sovverte determinati preconcetti e lo si avverte iniziando a pensare ai risultati. A come cioè misuriamo il successo delle iniziative.

Il concetto di rigenerazione urbana, ad esempio, ha in sé un principio fondamentale. Quello del benessere delle persone e delle loro comunità. Senza di esso è una mera operazione immobiliare, e questo è il punto cruciale che abbiamo voluto portare al tavolo del Festival.

Solo costruendo esperienze coerenti con lo scopo e l’identità di un luogo e ciò che le persone vivono, possiamo allineare le diverse velocità che esistono tra persone e spazi.

Senza pensare al benessere delle persone, creeremmo servizi pensati per rispondere a un solo problema e non alla totalità dell’equilibrio. Se pensiamo a servizi capaci di generare profitto da un luogo avremo una risposta limitata nel tempo. Un quartiere che si sviluppa pensando solo a una finalità commerciale, senza servizi accessori, potrà generare profitti solo a medio termine, e sarà più soggetto a un cambio di interesse, perché la progettazione non è fatta per adattarsi ai bisogni che mutano, ma pensata solo all’oggi.

Se ad esso abbiniamo il benessere dell’individuo nel vivere un’esperienza coerente e soddisfacente genereremo un circolo virtuoso che allo stesso tempo soddisferà i bisogni delle persone nell’oggi e permetterà di perpetuare la vita di quel luogo, adattandosi alle evoluzioni del tempo.

Pronti a uscire dagli schermi?

In Sketchin, siamo pronti a guidare la trasformazione degli spazi urbani, creando ambienti che si adattino ai bisogni in evoluzione delle persone e che promuovano il benessere della comunità. Vuoi saperne di più sul design urbano sostenibile ed esplorare opportunità di collaborazione?